Cypripedium calceolus  L.

                 

 

 

Note Tassonomiche:
Etimologia:

dal latino calceolus= scarpetta, per la particolare forma del labello.

Sinonimi:

Cypripedium reginae auct., non Walter; Calceolus marianus Crantz.

Il nome di genere, inizialmente fissato in Calceolus (Turnefort) è stato cambiato in Cypripedium da Linneo.

Descrizione:

Lo scapo è verde, molto alto, pubescente; le foglie sono verdi con nervature molto evidenti, grandi, largamente ovali, guainanti; le brattee sono verdi anch'esse, grandi e foliacee; l'ovario è brevemente pedicellato, ricurvo e tomentoso; lo sperone è assente; i fiori sono solitamente solitari, raramente due, formati da tepali nastriformi molto allungati, di colore rosso-porpora scuro (quelli laterali esterni, normalmente, sono concresciuti e rivolti verso il basso); il labello è giallo, rigonfio (a forma di scarpa), con il margine ricurvo verso l'interno. Ginostemio molto lungo, formato da uno staminodio (terzo stame sterile), petaloide con puntini rossi, che forma una sorta di scudo per i due stami fertili con antera "a coppa" e masse polliniche oleose-viscose, senza viscidiorostro; l'apparato radicale è formato da un rizoma orizzontale munito di numerose radichette.

Somiglianze ed Osservazioni:

Si tratta di una specie così particolare che è impossibile confonderla con altre. In Europa sono presenti altre due specie appartenenti a questo genere: Cypripedium guttatum Sw., di colore bruno maculato giallo e presente in Russia, e Cypripedium macranthum Sw., dai colori rosati-bordeaux.

Estremamente rara a causa di una serie di fattori che ne limitano le sue possibilità di sviluppo. Tra questi, principalmente, l'estrema difficoltà con cui riesce a riprodursi, sia perché gli insetti impollinatori (piccoli imenotteri del genere Andrena) sono molto rari alle altitudini alle quali normalmente cresce, sia perché la particolare forma del labello (in più con le pareti interne viscide ed il bordo ripiegato) rappresenta quasi una sorta di "trappola" per gli insetti pronubi (infatti molti vi muoiono) che non riescono più a tornare sui loro passi e sono costretti ad uscire attraverso le strette aperture laterali del Ginostemio, strusciando contro gli organi riproduttori e ricoprendosi di polline. Questa estrema difficoltà nel ritrovare una via d'uscita, unita all'assenza di nettare e, quindi, di una ricompensa, scoraggia gli insetti stessi (inizialmente attratti soprattutto dai colori sgargianti) a visitare altri fiori riducendo, così, le possibilità di impollinazione a percentuali molto basse.

Diffusione e ritrovamenti:

In Italia è presente in pochissime stazioni sull'arco Alpino, soprattutto in Trentino Alto Adige, ed in tre stazioni in Abruzzo (due nel Parco del Gran Sasso ed una in quello della Majella).

Bibliografia:
G.I.R.O.S. "Orchidee d'Italia" - 2009.
Rossi W. "Orchidee d'Italia" - 2002.
Cypripedium calceolus sul forum dell'AMINT.

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