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___________________ Armillaria mellea (Vahl.: Fr.) P. Kumm. |
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Note tassonomiche e nomenclaturali: Agaricus melleus Vahl. 1790 (Basionimo); Armillariella mellea (Vahl.: Fr.) P. Karst.; Clitocybe mellea (Vahl.: Fr.) Ricken; Lepiota mellea (Vahl.: Fr.) J. E. Lange. Il nome di specie deriva dal latino "melleus"= del colore del miele. Descrizione: Fungo lignicolo e cespitoso, che cresce in autunno alla base degli alberi, sui tronchi in disfacimento e sulle radici (in questo ultimo caso spesso risulta apparentemente terricolo) di latifoglie. Il colore del cappello è molto variabile, a seconda della pianta che lo ospita (si va dal giallo miele di quelli del Gelso, al bianco di quelli della Robinia, al bruno di quelli delle Querce), che comunque al centro si presenta sempre un po' più scuro e ricoperto da piccole squamette fugaci. Le lamelle sono bianche, poi assumono sfumature giallognole, leggermente decorrenti. Il gambo è allungato, affusolato verso la base, cosparso di fioccosità nella parte sotto l'anello che è grande, persistente, membranoso e striato nella sua faccia inferiore. Odore fungino, sapore acidulo. |
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Roma, 05.11.2015 - Esemplari adulti |
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Somiglianze ed Osservazioni: Conosciuto ovunque con il nome di "famigliola buona" o "chiodino", si tratta di un fungo definito "saproparassita" in quanto nasce come parassita di piante viventi, che attacca ed uccide, per poi trasformarsi, successivamente, in saprotrofo e continuare a vivere sui tronchi e sui residui legnosi decomponendoli. Potrebbe essere grossolanamente confuso con Hypholoma fasciculare, tossico, che però si caratterizza per i toni più giallo-verdognoli, le lamelle anch'esse verdognole ma che poi anneriscono con la maturazione delle spore, l'assenza di anello sul gambo, il sapore molto amaro. Sempre nell'ambito del genere Armillaria (e parimenti commestibili con cautela) abbiamo: Armillaria gallica, che è quella che gli assomiglia maggiormente, caratterizzata da una crescita meno cespitosa (spesso in gruppetti di due o tre esemplari), base del gambo bulbosa e presenza di residui di velo e bordo dell'anello gialli; Armillaria tabescens, considerata la più gustosa tra tutte le Armillaria, che cresce anch'essa cespitosa su legno di latifoglie, ma si caratterizza per l'assenza di anello e per le squamette del centro del cappello persistenti e molto più irte ed evidenti; Armillaria cepistipes si presenta molto più gracile, igrofana, con crescita sempre apparentemente terricola; Armillaria ostoyae predilige, invece, la crescita su legno di conifera e presenta tonalità più scure, squamette sul cappello molto più scure, erette e persistenti, anello bordato di bruno soprattutto al margine; Armillaria ectypa è anch'essa priva di anello, cresce preferibilmente in sfagni e torbiere. Commestibilità: Commestibile dopo cottura. Contiene sostanze resinose (con effetto purgante) termolabili ed idrosolubili, per cui, necessita di "prebollitura" con scarto dell'acqua di cottura per essere consumata; inoltre occorre avere l'accortezza di scartare i gambi che, essendo troppo legnosi, spesso risultano indigesti. Diviene irrimediabilmente tossica se congelata da cruda. Diffusione: Specie molto diffusa nel comprensorio del Vesuvio (dove è conosciuta anche con il nome di "sementino"), a partire dalla metà del mese di Ottobre fino a Novembre inoltrato. Sul versante esposto a nord del monte Somma predilige attaccare gli alberi da frutto (principalmente Albicocco), sebbene non disdegni altre essenze.
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Somma Vesuviana 12.11.2011 |
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Oristano 03.11.2007 |
Ercolano 17.10.2008 |
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Ercolano 17.10.2008 |
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Somma Vesuviana 27.10.2014 |
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Somma Vesuviana 27.10.2014 |
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