Note Tassonomiche: | ||||
Ordine: | Agaricales. | |||
Famiglia: | Bolbitiaceae. | |||
Etimologia: | Dal Greco "aìgeiros"= pioppo, per l'habitat elettivo. | |||
Sinonimi: |
Ξ Agaricus aegirita Brig. 1824 (Basionimo) Ξ Pholiota aegerita (Brig.) Quél. = Agrocybe cylindracea (DC.) Gillet = Agrocybe cilindrica (Fr.) Maire = Pholiota pudica (Bull.) Gillet. |
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Sebbene ne venga comunemente riconosciuta la sinonimia, in letteratura la specie in esame viene riportata ora con il nome di Agrocybe cylindracea (o anche Agrocybe cylindrica) ora con quello di Agrocybe aegerita. Un quadro nomenclaturiale eccessivamente confuso per quanto riguarda la specie descritta da De Candolle [De Candolle ha descritto nel 1815 Agaricus cylindraceus e Agaricus attenuatus (in "Flore Française", 3° ed., tome 5/6, pag. 51), ipotizzando egli stesso, nella descrizione del primo, che potesse trattarsi di un'unica specie (come effettivamente appare)] ed il fatto che Agaricus cylindricus descritto da Fries nel 1828 (in "Elenchus Fungorum", vol. 1, pag. 43) sia in realtà un Coprinus, ci hanno portato a preferire Agrocybe aegerita quale nome della specie che stiamo esaminando; tuttavia, non escludiamo futuri ulteriori sviluppi. Agaricus aegirita fu descritto dal Briganti nel 1824 ("Historia fungorum Regni Neapolitani", pag. 65), si tratta di una descrizione molto particolareggiata ed anche la relativa illustrazione (Tav. XXXIII) è molto fedele. Quélet nel 1872 ("Les Champignons de Jura et des Vosges", pag. 249) sposta la specie nel genere Pholiota, modificando altresì l'epiteto specifico in "aegerita". Nel 1889, infine, Fayod ("Prodrome d’une histoire naturelle des Agaricinés", in Annales des Sciences Naturelles Botanique, 7e, série 9, pag. 358) ricombina il tutto in Agrocybe aegerita. Agaricus pudicus (che pure a volte viene riportato come sinonimo della specie in esame) è stato descritto da Bulliard nel 1812 ("Histoire des champignons de la France", tome II, pag. 635), tuttavia (come si evince anche dalla relativa illustrazione - Pl. 597) si tratta di un Agaricus. Gillet nel 1874 ("Les champignons qui croissent en France - Hymenomycetes", pag. 439) ricombina la specie in questione in Pholiota pudica (descrivendo effettivamente una Pholiota) tuttavia fa espresso riferimento alla specie pubblicata da Bulliard ed alla relativa illustrazione. |
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Descrizione macroscopica: | ||||
Basidiomicete lignicolo che cresce, saprotrofo o parassita, su legno di latifoglia, specialmente di Pioppo (ma non disdegna Olmo, Acero, salice, fico), dalla primavera all'autunno. Il cappello presenta un colore bruno fulvo, anche molto scuro negli esemplari giovani, che tende man mano a schiarire con l'età, fino a diventare quasi bianco; la cuticola è solitamente liscia, a volte corrugata, e tende a fessurarsi con il tempo secco. Le lamelle sono fitte, collegate al gambo per un dentino, bianche negli esemplari giovani, bruno tabacco negli esemplari maturi a causa della maturazione delle spore che sono, a maturità, di questo colore. Il gambo è cilindrico, leggermente affusolato alla base, biancastro-ocraceo, fibroso, ornato da un anello ampio, membranoso e persistente, la cui pagina superiore raccoglie, negli esemplari maturi, una parte delle spore cadute. La carne è bianca, tenera quella del cappello e tenace quella del gambo. Odore come di vinaccia, gradevole. Sapore gustoso. |
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Descrizione microscopica: | ||||
Sporata in massa di colore bruno tabacco; Spore ellissoidali, lisce, con poro germinativo poco o affatto evidente, 7,5-10X5-6,5 µm. Basidi prevalentemente tetrasporici, solo occasionalmente presente qualcuno bisporico. Il filo lamellare è sterile; cheilocistidi clavati, frammisti ad elementi lageniformi od utriformi. Pleurocistidi scarsi e sparpagliati, da clavati a fusiformi. La pileipellis è di tipo imeniforme, composta da elementi eretti da clavati ad ovoidi; pileocistidi piuttosto abbondanti, clavati o lageniformi. Caulocistidi assenti. GAF abbondanti nella corteccia del gambo e tra le ife del velo, piuttosto scarsi nella trama del gambo ed alla base dei cistidi lamellari. |
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Spore in KOH | Spore e basidi in Rosso Congo | |||
Cheilocistidi ed elementi imeniali in Rosso Congo | Elemento imeniale del filo lamellare in Rosso Congo | |||
Somiglianze ed Osservazioni: | ||||
Si tratta di un fungo, praticamente, quasi inconfondibile; difficile confonderlo con altre Agrocybe, essendo l'unico lignicolo del genere. Potrebbe essere grossolanamente confuso con Armillaria mellea, che però presenta squamette sulla superficie del cappello e sporata (e quindi lamelle anche degli esemplari maturi) bianca. Difficile confonderlo anche con gli Hypholoma tossici che non presentano mai un vero e proprio anello sul gambo, ma solo una zona pseudoanulare formata da deposito sporale violaceo scuro, e che hanno carne amara. Comunemente conosciuto col il nome di "Pioppino", si tratta di un fungo molto ricercato per le sue qualità organolettiche. Grazie al suo notevole spirito di adattamento, cresce un po' ovunque, compreso nelle zone a forte antropizzazione (vedi foto al riguardo), e questo comporta che bisogna prestare molta attenzione a dove gli esemplari vengono raccolti, evitando quelli che crescono in prossimità di strade trafficate (da taluni definiti "piombini" a causa del loro presunto alto accumulo di piombo). E' stato uno dei primi funghi ad essere coltivato in modo intensivo. |
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Commestibilità: | ||||
Commestibile molto apprezzato. | ||||
Diffusione e ritrovamenti: | ||||
Molto diffusa in tutta l'area del comprensorio del Vesuvio, principalmente su legno di Pioppo. |
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Bibliografia: | ||||
Nauta M. "Flora Agaricina Neerlandica" vol. 6 - 2005. |
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Agrocybe aegerita sul forum dell'AMINT. |
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